In quest’era telematica e dello sconfinato cyberspazio, multiformi segnali visivi, freneticamente incalzano il nostro vivere. La proposta è eversiva, Paolo Brugiolo invita a fermarsi, a spegnere per un attimo computer e cellulari e a passare dalla frettolosa attitudine del vedere, al guardare, e dal guardare al riflettere. Frutta, foglie e fiori ci raccontano succose microstorie di vita. Ritagli di realtà, riproposti in ambientazioni, che magnetizzano lo sguardo, rasserenanti icone offerte al piacere della vista e all’incanto della riflessione. Frammenti di vita silente, che si aprono come finestre all’interno del nostro mondo emozionale.

… Brugiolo non si serve della fotografia per ricalcarla sulla tela, ma ne fa un collage mentale, lavora tenendo sott’occhio un’intera serie di scatti, che gli servono per comporre l’opera. Spesso un rompicapo di visioni simultanee e di riflessi in cui l’occhio si perde, l’opera è la fusione di questi elementi, intrisi di passione, trasfigurati, perché ciò che la fotografia descrive, prende vita e carica emotiva con il pennello, il pennello incide, sfoca, ammorbidisce … emoziona.