MANCO CARMEN

Un evento destinato a suscitare grande interesse di pubblico e di critica la mostra personale che l’artista pugliese Carmen Manco propone nell’autorevole Galleria Arteitalia di Pescara.

Nata a Taranto dove affronta gli studi scientifici, compie gli studi universitari nella facoltà di magistero dell’Università di Lecce e parallelamente intraprende un’intensa attività artistica che la porterà ad essere una delle voci più significative della ricerca iconica italiana al femminile. Solida la sua cultura visiva con particolare interesse rivolto alla grande stagione dell’impressionismo, che sappiamo essere stato un movimento apologetico della soggettività dell’artista con la predilezione per la pittura di paesaggio e l’interesse per il colore prevalente sul disegno. Poi determinante il dipingere en plein air con la conseguente attenzione all’elemento luce, cangiante nelle varie fasi della giornata.

Ecco, la nostra artista nel perlustrare le varie esperienze dei massimi protagonisti dell’Impressionismo confeziona repertori ideali composti da elementi che rimarranno costanti nel tempo vuoi per la sua produzione paesaggistica e quella delle nature morte, come anche allorché affronta il tema suo preferito, ovvero quello della donna. Stiamo parlando soprattutto della luce in grado di creare da sola, senza l’ausilio grafico, una dinamica interna all’opera nella convinzione che nel mentre essa permea e direi penetra nelle intime fibre dell’icona, si fa strumento di ornamento, arabesco, di decorazione intesa come scrittura armoniosa dei valori estetici. In tal modo Manco si schiera contro quei settori della critica che guardano con disprezzo i sentieri decorativi, paladini come sono di un’arte di radicale ispirazione etica e sociale.

Lei invece non nasconde la propria letizia nell’evocare lo splendore della natura, degli oggetti o della figura femminile sorgente quest’ultima di suggestive aperture al mistero e al perimetro onirico. Le donne, e forse non va esclusa circa quanto stiamo dicendo una certa anche se discreta apertura autobiografica, nelle sue opere, per la tonalità sovente quaresimale della colorazione ricca di sfumature e vibrazioni segniche, riportano a quel mondo del sogno che da sempre esse evocano; il sogno nella sua irrealtà che diviene poi testimone del mistero, intrinseco a questo straordinario essere a cui è affidata la sopravvivenza dell’umanità.

L’opera Carmen Manco va letta nella sua sostanziale sfavillante freschezza luministica e per l’angelica trascendenza, in virtù, della quale ogni elaborazione plastica dei corpi mantiene una pudica distanza dal terrestre, divenendo così archetipica di una visione stilnovistica della donna … Vena elegiaca presente in modo assai evidente nelle sue opere.

Leo Strozzieri

..L’arte diafana e subliminale di Carmen Manco restituisce all’immagine femminile il valore interiore, ristabilendone dolcezza, ritegno e pura bellezza estatica.

Giovanni Amodio

…..La sua attività artistica si rivela in palese armonia con l’esigenza di esprimersi privilegiando la figura umana, da sempre molto enigmatica e che non finisce mai di esplorare. Nello specifico, la scelta tematica cade sulla nudità , intorno alla quale ruotano l’analisi e la ricerca stilistica.

Alberto Altamura

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